La storia del whiskey: origine, produzione, distillazione e tuuuuuutte le curiosità possibili
Immagina la scena: fuori fa freddo, il tepore di casa è accogliente e chiama a gran voce un bel bicchiere di Jameson Whiskey in buona compagnia, di un disco, un libro. Ok, che noia, abbiamo anche un’alternativa: sei in procinto di organizzare una festa “leggermente” su di giri con gli amici e non vedi l’ora di aggiungere il whiskey alla vasta selezione di alcolici sul tavolo.
Il whiskey è un distillato che da sempre si sposa perfettamente con la stagione e i cocktail invernali. Il “sempre” a cui ci riferiamo torna indietro nel tempo di diversi secoli, nel momento in cui ha origine il whiskey. Ti invitiamo allora a scoprire la storia del whiskey e in che modo è prodotto, magari mentre sorseggi lentamente una delle tre specialità di Jameson Irish Whiskey. Moooolto lentamente.
L’origine del whiskey: dove nasce?
Come ogni storia avvincente che si rispetti, quella del whiskey e l’origine da cui è giunto fino ai giorni nostri non è da meno.
Dove è nato il whiskey? Sia la data di origine whiskey che la sua paternità, irlandese o scozzese, sono incerte. Gli irlandesi non solo dichiarano di produrre whiskey già da prima del Medioevo, ma concordano anche sul fatto che ad averlo inventato sarebbe stato il patrono nazionale, San Patrizio (385-461). Il santo avrebbe appreso, durante una missione evangelica in Medio Oriente, l’arte della distillazione di questo distillato prima di rientrare in Irlanda.
Allo stesso tempo, però, gli scozzesi tengono a ricordare al mondo che San Patrizio era nato in Scozia. E non solo: l’origine scozzese del whiskey sarebbe attribuita anche a un ordine di cereali effettuato dal frate John Corr nel 1494 allo scopo di produrre l’Uisge beatha (acqua di vita), nome gaelico di quello che poi diverrà̀ il whiskey.
Religioso o ateo che tu sia, lascia anche tu una preghiera per San Patrizio: il suo ruolo per la presenza del whiskey nella tua dispensa è stato fondamentale. Amen.
Chi produce il miglior whiskey?
Incertezze sulla nascita a parte, l’Irlanda resta, insieme alla Scozia, il Paese in cui si produce il whiskey più pregiato, non dimenticando però la concorrenza di Stati Uniti, Canada e Giappone, dove da tempo si producono altre tipologie di whiskey diffuse e apprezzate. Nonostante gli ingredienti del whiskey siano gli stessi (acqua e cereali), la produzione del whiskey varia in base alla qualità dell’acqua, del legno della botte in cui matura il distillato e persino del clima del luogo da cui si ricavano i cereali.
Il whiskey nel tempo si è evoluto in Irlanda e Scozia in queste varianti: single malt, o puro malto, ottenuto dalla lavorazione di solo malto d’orzo; blended whiskey, in cui il whiskey di malto viene miscelato con vari tipi di cereali; single grain, principalmente scozzese, rappresenta il tipo di lavorazione meno nobile ed è spesso usato solo nell’elaborazione del blended. Il single grain deriva dalla lavorazione di mais e orzo non maltato, a cui a volte si aggiunge anche la segale e il grano. La differenza principale tra i due produttori principali riguarda il processo di distillazione che in Irlanda, oltre a essere più lungo, avviene in distillatori (gli alambicchi) diversi da quelli usati in Scozia.
Indeciso su quale scegliere? Scegli il verde irlandese e gusta Jameson Irish Whiskey o il nostro fuoriclasse: Jameson Black Barrel.
Whiskey o whisky?
Ti sarà sicuramente capitato di leggere whiskey sia con la “e” che senza: chi sbaglia?
Nessuno, e questo perché i differenti nomi derivano da due tradizioni e distillazioni diverse.
La parola “whisky” indica il prodotto distillato in Scozia e Canada, mentre “whiskey” si riferisce al distillato proveniente dall’Irlanda e dagli Stati Uniti.
Il termine, mutuato da uisce (gaelico irlandese) e da uisge (gaelico scozzese), ha subito un’anglicizzazione nel tempo, e significa acqua di vita, ovvero alcol distillato. Non lo sapevi, vero?
Come si fa il whiskey: come si produce e si distilla
Come abbiamo visto prima, i monaci scozzesi e la Chiesa in generale hanno svolto un ruolo importante nella produzione del whiskey e nella sua diffusione. Da dove viene il whiskey, cos’è, dove va ma soprattutto in cosa consiste il processo di produzione del whiskey? Una serie di domande fondamentali, di cui ora vi illustriamo brevemente i passaggi.
La produzione del whiskey parte dalla maltazione, con cui si trasforma l’orzo in malto. Più lunga è la tostatura del malto, più intenso sarà il sapore del whiskey ottenuto.
Infusione, dove il malto d’orzo, e gli altri cereali eventualmente previsti dalla ricetta, vengono macinati e trasformati in una farina grezza, il grist, che poi viene messa in infusione in acqua calda (mashing).
Fermentazione, in cui il mosto prodotto dall’infusione viene spostato in tini di acciaio, arricchito di lieviti e acqua e lasciato a fermentare dalle 48 alle 112 ore prima di trasformarsi in una specie di birra (il wash).
Distillazione, dove, attraverso il calore del vapore, si estraggono in più riprese alcol e aromi dal wash.
La maturazione è l’ultimo processo di produzione del whiskey, la fase durante la quale il distillato viene depositato in una botte e che, per ottenere un prodotto di qualità, dura diversi anni.
Bene, abbiamo scoperto come si fa il whiskey: e mo’ posso berlo?
Ora che sai come si produce il whiskey e quanto tempo e impegno ci vogliono per realizzare una singola bottiglia di Jameson Irish Whiskey, facci sapere se ci impieghi più di dieci secondi per andare a comprarlo in negozio. Perché non lo provi in versione cocktail seguendo i nostri consigli?